Preparazione mentale o preparazione
psicologica?
Psicologico, emotivo, mentale, per il benessere, cognitivo, di testa, stato d’animo,
eccetera… sono molte parole, con significato differente che tuttavia quando un
allenatore, un atleta, per fare un esempio, analizza o discute utilizza per “spiegare” o
concettualizzare tutto ciò che è relativo ad una componente che non è né tecnica, né
fisica, né tattica.
In altre parole molto spesso la società dello sport, se non formata ed informata, non
conosce i limiti, né sa strutturare questa componente della mente.
L’ottimizzazione dello stato psicologico per realizzare una prestazione, sportiva o
altro, necessita un lavoro di preparazione psicologica di base, delle abilità
psicologiche elevate per permettere all’atleta di arrivare il giorno G della gara pronto
e al massimo delle sue capacità fisiche, tecniche, tattiche allenate precedentemente.
Pertanto credo necessario definire e differenziare due tipi di preparazione
• la preparazione psicologica
• la preparazione mentale
LA PREPARAZIONE PSICOLOGICA
(da non confondere con l’accompagnamento psicologico riservato agli
psicologi, psicoterapeuti, psicanalisti, psichiatri in base al bisogno) :
Essa si caratterizza dalla sua “ampiezza” nel progetto dell’atleta, ovvero riguarda
anche il contesto esterno alla vita sportiva dell’atleta. Il suo obiettivo è il benessere
dell’atleta che gli permetterebbe di impegnarsi in allenamento e in gara e quindi di
sentirsi meglio.
Ciò significa che si procede basandosi su degli strumenti standardizzati e non con
l’obiettivo di seguire lo sportivo con l’intera storia personale e particolare. Di
conseguenza la preparazione psicologica si basa soprattutto su questa relazione
bilaterale di fiducia reciproca, ad esempio nelle fasi di infortunio, di contro
performance, di cambiamento nella vita, o in fine carriera, sempre restando sotto
l’obbligo di confidenzialità, che copre la figura professionale di questo lavoro.
L’equilibrio affettivo dello sportivo è quindi rilevante, in quanto si parte dal principio
del “mens sana in corpore sano”.
In funzione alla situazione individuale dello sportivo, una preparazione psicologica di
base può essere quindi intrapresa prima di una preparazione mentale più specifica,
se il preparatore mentale o lo psicologo dello sport lo ritiene e valuta necessario,
rimanendo nei limiti etici e professionali del proprio lavoro.
Il ruolo della psicologia nella preparazione (mentale) dello sportivo?
I fattori psicologici vanno integrati nel ambito della prestazione sportiva, in quanto utili
se non necessari per la ricerca, l’investigazione dei futuri campioni e l’efficacia delle
attitudini in allenamento e di situazioni sotto stress:
• sicurezza in sé stessi
• l’energia legata ad un evento
• la concentrazione nel presente
• la calma mentale e la giusta attivazione
• l’assenza di tensioni inutili
Questa “personalità” che definisce l’atleta, riunisce delle caratteristiche proprie: psico-
cognitive (come l’informazione giunge al cervello), affettive (le emozioni) ,
comportamentali (motivazione, perseveranza, ambizione, ecc) e
relazionali(sociabilità, estroversione o introversione, ecc.).
E’ da notare che in questa preparazione psicologica qualsiasi persona dell’ambiente
che circonda l’atleta può contribuire, in primis l’allenatore (se formato o con una certo
“talento”) con delle accortezze e attitudini favorevoli allo sviluppo psicologico dello
sportivo.
LA PREPARAZIONE MENTALE:
“E’ una preparazione alla competizione grazie all’apprendimento di abilità mentali e
(Fournier, 1999, INSEP)
abilità organizzative, con l”obiettivo principale di ottimizzare la prestazione personale
dell’atleta, promuovendo il piacere per la pratica sportiva e favorendo il
raggiungimento dell’autonomia.”
Essa rappresenta un allenamento dell’atleta nel quadro della sua preparazione
sportiva e della gestione dei propri risultati, in altre parole di una preparazione dello
stato psicologico che permette di raggiungere delle abilità necessarie nello sport (o
altra attività) competitivo.
Pertanto la preparazione mentale si basa su degli strumenti standardizzati e delle
tecniche che si possono trasmettere all’atleta, che si possono raggruppare in:
• tecniche cognitive
• di concentrazione
• di rilassamento
• di gestione degli obiettivi
Questi strumenti si basano su dei metodi della psicologia sportiva (cognitivi,
comportamentali, psico-corporei, cognitivo-comportamentali)
Dunque il preparatore mentale (diplomato) non è un guru che utilizza tecniche
misteriose. Egli deve possedere una conoscenza solida in psicologia e una
seria conoscenza nei metodi di preparazione mentale. Inoltre deve conoscere il
mondo dello sport, l’aspetto della competizione. Un aspetto etico di questa
professione, è rendere lo sportivo AUTONOMO, cosi facendo egli potrà affrontare
le situazioni da solo (quindi non creando una situazione di influenza o di influenza).
Qual è il risultato della preparazione mentale?
- Raggiungere e saper mettersi in uno stato di “flow”, di “grazia”
- gestione dell’ansia, dello stress
- aumento della concentrazione, dell’attenzione, della capacità di visualizzazione e
di memoria - gestione dell’infortunio: mantenimento e allenamento delle abilità e accettazione
di quest’ultima
- memorizzazione e correzione tecnica più veloce della sola pratica
- miglioramento del sonno e del recupero
- relativizzazione dei problemi
- gestione del dolore
- motivazione e determinazione
- la coesione, la gestione dei conflitti nel caso di una squadra
In base alle esigenze dell’atleta, o della squadra, il preparatore mentale o lo
psicologo dello sport dopo aver analizzato la situazione strutturerà quindi una
preparazione mentale adeguata che permetterà di allenarsi per raggiungere
l’eccellenza, passando se necessario da una preparazione psicologica di base.
COME FUNZIONA SUL LUNGO TERMINE?
Per quanto riguarda la preparazione mentale come “creazione di una base solida e
forte psicologicamente” (quindi un aspetto preventivo o formativo) nei giovani atleti
agonisti, egli PERIODIZZERÀ E PROGRAMMERÀ LA PREPARAZIONE MENTALE
(collaborando con lo staff tecnico), esattamente come nella periodizzazione
degli allenamenti fisici, tecnici e tattici nell’arco dell’anno o della stagione,
basandosi sugli studi fatti in psicologia dello sport e preparazione mentale.
dott. Piccin Cristina